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Il futuro europeo dei Balcani Occidentali e il ruolo degli Stati Uniti

In un contesto regionale teso e problematico, contrassegnato da incertezze e cambiamenti rispetto agli equilibri e agli obiettivi politici mondiali, presso l'Università Cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio”, si è tenuta la conferenza: “Il futuro europeo dei Balcani Occidentali e il ruolo degli Stati Uniti”, argomento che ultimamente suscita un forte dibattito e assume estrema importanza.


Di Prof. Dr. TRITAN SHEHU

In un contesto regionale teso e problematico, contrassegnato da incertezze e cambiamenti rispetto agli equilibri e agli obiettivi politici mondiali, presso l'Università Cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio”, si è tenuta la conferenza: “Il futuro europeo dei Balcani Occidentali e il ruolo degli Stati Uniti”, argomento che ultimamente suscita un forte dibattito e assume estrema importanza. Per secoli, la nostra Regione, i Balcani Occidentali hanno rappresentato un territorio dove gli interessi di attori terzi hanno interferito in maniera positiva o negativa e, spesso hanno influenzato e spinto i fattori interni in pericolose avventure. Mi preme portare alla vostra attenzione un frammento di memoria storica. L’Illiria, la Grecia o l’Epiro sono state tra le civiltà più antiche e che assieme all'antica Roma hanno posto le fondamenta della civiltà europea, costituendo le radici dell’Europa. Inoltre, fu l’Illiria dal 40-60 d.C. tra le prime aree dell’Europa ad abbracciare la religione cristiana, trasmessa dall’Apostolo Paolo. Fu l'imperatore Costantino, grande personaggio illirico, colui che ufficializzò la religione cristiana nel medesimo impero. E lui veniva dai Balcani Occidentali, da dove passava la “via di Teodosio”, la quale ha diviso in due l’Impero Romano: d’Occidente e d’Oriente. Successivamente, il territorio fu soggetto alle invasioni slave e intorno al 1300 alle invasioni ottomane, subendo l’occupazione dell’Impero Ottomano per diversi secoli, la quale impose la conversione forzata della popolazione all'Islam, con l’intento di separarla definitivamente dall'Europa, ma non riuscì mai per sempre...Purtroppo, le disgrazie per questo territorio continuarono anche dopo la Seconda Guerra mondiale, quando l’Europa fa un salto multidimensionale, la parte prevalente della penisola balcanica subì un ulteriore sanguinosa occupazione, quella comunista, mirando a orientarla di nuovo verso l’Est. Ho volutamente fatto luce su questi elementi storici, per spiegare quanto sia turbolenta la situazione e quali altre interferenze potrebbero ulteriormente subire i paesi dei Balcani Occidentali, a partire dalle nuove idee per i vecchi imperi, dalle interferenze russe e recentemente anche quelle cinesi. Essi fanno leva richiamando vecchi stratagemmi oppure le reminiscenze del passato, la povertà oppure la disoccupazione locale, il pessimismo della popolazione, la fragilità delle nostre istituzioni, i legami a gruppi d’interessi particolari e spesso non del tutto estranei alla criminalità’, all’alto livello di corruzione, allo scopo di insediarsi nel territorio, non semplicemente per motivi economici, ma con l’intento di usare la penisola come base per fronteggiare l'Europa Unita e l'Occidente, nel suo insieme. Sfortunatamente, in questi momenti storici in cui queste presenze e influenze contraddittorie, con gli interessi dei nostri popoli e dei nostri paesi sono in aumento, abbiamo una nuova realtà europea, più debole, meno unita, con idee vaghe e spesso lontane dall'Illuminismo dei Padri Fondatori. E qui vorrei sottolineare un fatto: in questo conglomerato di popoli e religioni della nostra Regione, sono gli albanesi che indipendentemente dalla religione o dal luogo in cui vivono che sia Albania, Kosovo, Macedonia del Nord o Montenegro, aspirano all’occidente, a Bruxelles. Facendo riferimento ai sondaggi il consenso arriva al 97%, al 94% a favore della NATO e all’amicizia con gli Stati Uniti in modo ancora più elevato. Perciò gli Stati Uniti hanno assunto un ruolo di cardinale importanza per la storia della nostra penisola, particolarmente per noi albanesi. Di solito noi non separiamo gli Stati Uniti dall'Unione Europea, perché per noi rappresentano l'Occidente. In quest’ottica, la nostra adesione alla NATO, così come quella del Montenegro, della Macedonia del Nord e la prossima adesione del Kosovo diventano molto importanti, io direi fondamentali. Ribadisco di nuovo il fatto che noi abbiamo sempre aspirato e contribuito con tutte le nostre forze per sincronizzare e coordinare le posizioni e le azioni degli Stati Uniti e dell’Unione Europea nei Balcani occidentali, riconoscendoli di estrema importanza per noi e per l’intera penisola. Questo è stato ed è il nostro interesse. Quindi, per la nostra penisola il ruolo degli Stati Uniti affiancato da quello dell’Unione Europea è stato accolto molto positivamente, in modo particolare tra gli albanesi e, ulteriormente consolidato con la caduta di Milosevic. Gli eventi in Kosovo e la sua indipendenza, rappresentano sviluppi rilevanti e importanti che senza il contributo degli Stati Uniti non si sarebbero mai realizzati. Tuttavia, in questo nuovo contesto di una Europa più debole, priva di politica estera unificata e senza forza di difesa unica ed effettiva per affrontare pericolose e forti interferenze di interessi terzi, contrari alle nostre aspirazioni europee e occidentali, il ruolo degli Stati Uniti assume un'importanza essenziale. Senza l’aiuto degli Stati Uniti, l'Europa e la nostra penisola isolata non sarebbero in grado di reggere le suddette interferenze. A questo punto, sorge spontaneo l’interrogativo: fino a che punto sono attivi e si impegneranno gli Stati Uniti a favore della nostra penisola, per garantire la nostra piena integrazione e il nostro percorso occidentale nel nuovo quadro delle loro strategie e priorità? L’indebolimento del ruolo degli Stati Uniti soprattutto in questo periodo segnerebbe un fatto triste per noi. E non solo per noi, ma anche per l'Europa. Comporterebbe vis a vis dei Balcani Occidentali, soprattutto per l'Italia e la Grecia quali nostri vicini e diretti nostri contatti con l'UE. Ed è quà ed ora che l'Italia assume un ruolo di primo piano. Non può permettersi di mancare, non interpretando a dovere il suo ruolo fondamentale nel Mediterraneo e nei Balcani occidentali. Attualmente, essa si trova in “periferia” nell'Unione Europea. L’avvicinamento e l’integrazione della nostra penisola nell'Unione Europea cambierebbe la posizione dell'Italia e anche quella della Grecia, portandole verso il “centro” dell’Europa, non solo dal punto di vista territoriale, ma anche e soprattutto per il ruolo politico ed economico. L’influenza e il rinforzamento delle posizioni di altri fattori non europei, estesi fino all'Adriatico e allo Ionio, indubbiamente danneggerebbe seriamente gli interessi di questi paesi, che sono interamente compatibili e pienamente consoni ai nostri e alle nostre aspirazioni europee e occidentali. È l’unica alternativa per il futuro, intenzione che almeno per gli albanesi posso confermare pienamente. Fortunatamente, in questi momenti tesi e complessi, anche la Germania è molto interessata e consapevole dell’esigenza del futuro europeo di questa parte d'Europa. Tuttavia, la Germania è distante da noi, con altri interessi e altre problematiche da risolvere ed affrontare in quanto epicentro dell'UE, che indubbiamente non le permettono di impegnarsi interamente. Tutto questo chiede un ruolo molto più attivo, prima di tutto dell’Italia. Quindi, in questi tempi critici per tutti noi, il calo dell’influenza dei fattori non occidentali nella penisola e l’avvicinamento all'Unione Europea, implementando e rispettando gli standard stabiliti e richiesti per l’adesione assume una rilevanza estrema, ma rappresenta anche un’impresa non facile, complessa e lunga. Come già menzionato precedentemente, questo è dovuto alla nostra storia, con i suoi alti e bassi e anche ai nuovi sviluppi nella Penisola, in Europa, negli Stati Uniti o anche all’influenza di fattori terzi che non guardano di buon occhio i nostri legami con l'Occidente, fattori che sono già forti, alcuni in grande espansione. In queste circostanze, credo che gli elementi che possano promuovere i nostri percorsi e processi occidentali sono il nostro avvicinamento alla UE, l'adesione alla NATO di quei paesi che non sono ancora membri e la sincronizzazione dei nostri interessi a quelli europei e americani. Qui vorrei menzionare il fattore interno democratico e il suo ruolo importante nel contrastare non solo gli interessi politici anti-integrazione, ma anche le deformazioni della democrazia, i traffici, la droga, i gruppi criminali e le loro connessioni tra le istituzioni, che cosi si stanno trasformando in poteri forti all’interno del paese. Essi, interessati ad essere intoccabili, fanno di tutto per tenere la nostra penisola lontano dalle democrazie europee, da paesi come la Germania e l’Italia e in particolare da quest’ultima, la quale presenta maggior interesse per le aree albanofone, e che viene vista come nostra porta verso l'Europa. Dall’altra parte l’Albania rappresenta “la porta d'ingresso” d’Italia verso i Balcani, per il suo ruolo di spinta verso l’Europa. Dal canto suo, anche la Grecia deve prendere consapevolezza del bisogno di rafforzare il proprio ruolo nell'area balcanica, così come anche i suoi partner devono incoraggiarla ad assumerlo, soprattutto ora che Atene ha un governo profondamente europeista. In queste circostanze, diventa doveroso il coordinamento di azioni e strategie tra i principali paesi dell'Unione Europea, il quale ultimamente risulta essere notevolmente indebolito. Eppure, sono convinto che i primi due fattori, quello locale ed europeo, da soli non bastano a garantire la stabilità e il pieno processo d’integrazione europea della penisola senza il ruolo e la presenza degli Stati Uniti. Ed è esattamente questo composito di elementi contestuali che richiama in causa la visione, la sincronizzazione e collaborazione efficace dell’Unione Europea e degli Stati Uniti con i fattori domestici realmente emancipati, occidentali, democratici, europeisti, nonché pronti a contrastare la criminalità e la corruzione. In questi tentativi difficili ma necessari, il ruolo geopolitico degli Stati Uniti rimane estremamente importante e garante dei nostri futuri sviluppi positivi, senza per questo sminuire minimamente il ruolo e l'importanza del fattore europeo, la collaborazione con gli attori locali, il coordinamento interno e quello oltre l'Atlantico. Personalmente, ho molto gradito la conferenza tenutasi presso il nostro Ateneo e gli argomenti trattati, quali attuali ed interessanti non solo per i Balcani occidentali, ma anche per la stessa Europa e i suoi legami con gli Stati Uniti; su questa realtà composita di elementi complessi si sono articolati pensieri e idee valide, utili e sagge, da cui mi sono ispirato per il mio articolo.


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