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ERASMUS PLUS - Il racconto di Giulia

Ciao, sono Giulia Dajçi, studentessa del terzo anno, nel corso di laurea in Fisioterapia. Quando ho saputo che l’Università Cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio” offriva l’opportunità di partecipare al progetto mobilità di tirocinio Erasmus+, non ci ho pensato due volte e ho deciso subito di approfittarne.


Ciao,

sono Giulia Dajçi, studentessa del terzo anno, nel corso di laurea in Fisioterapia. Quando ho saputo che l’Università Cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio” offriva l’opportunità di partecipare al progetto mobilità di tirocinio Erasmus+, non ci ho pensato due volte e ho deciso subito di approfittarne. Volete sapere com’è andata?

Beh ecco, sono andata in una delle città più belle d’Italia, una città nota per la storia, l’architettura, la cultura e ovviamente, anche per l’evoluzione della ricerca nell’ambito medico. Sono andata a Verona, in uno degli ospedali più conosciuti in tutto Veneto, il Policlinico di Borgo Roma. Che vi posso dire ragazzi, mi sentivo come una formica in quell’ospedale gigantesco. Una formica che, pian piano stava per scoprire un mondo nuovo. Un mondo nuovo, non solo nella mia futura professione da fisioterapista, ma un nuovo modo di vivere e di vedere ogni giorno la dura realtà dei pazienti ricoverati. Sono passata dai libri ai pazienti, ed è lì, che capisci il tuo lavoro vero e proprio, l’importanza che hai nella vita del paziente. Io ho avuto la fortuna di passare due mesi in un Centro di Ricerca in Riabilitazione Neuromotoria e Cognitiva, e vi dico solo che ho visto tantissime patologie che non immaginavo di vedere in tutta la mia vita, figuratevi in sessanta giorni. Tutto questo, grazie ai colleghi che mi spingevano sempre oltre. Hanno aiutato quella formica a crescere piano piano, ogni giorno e per questo li sarò grata per tutta la mia vita. Mi chiedete se ne vale la pena provarci? È stata un’esperienza bellissima che mi ha fatto capire, cosa realmente volevo fare nel mio futuro, mi ha fatto capire come ragionare, lavorare e gestire, quella che sarà la mia professione. Quindi SI, ne vale la pena!


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